sabato 17 dicembre 2011

Natale: gli acquirenti online sono quasi 5 milioni

Meno regali sotto l’albero ma un internauta su 5 li comprerà online. Per un milione e mezzo di italiani potrebbe addirittura essere l’unico ed esclusivo canale di acquisto. I biglietti di viaggio trainano gli ultimi 3 mesi anche se per Natale potrebbe vincere la filosofia del “buono”.
LA RICERCA SUI DONI ON THE WEB - Da una ricerca condotta da Human Highway in collaborazione con Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano sono queste le previsioni di acquisto online degli italiani per le prossime festività. Più veloci e pratici, economici e meno stressanti, i doni “on the web” sono sempre molto graditi. Chi compra online sa bene cosa cerca.
BABBO NATALE VIAGGIA SU INTERNET - Complice un periodo poco favorevole per le tasche degli italiani, quest’anno il sacco di Babbo Natale risulterà un po’ più leggero. Effetto che non arriva di certo inaspettato e che coinvolge tutti i canali di vendita. Tuttavia la comodità, la velocità e il risparmio garantiti dal commercio elettronico fanno sì che, nonostante tutto, per queste festività il ricorso a Internet come canale di acquisto per i regali di Natale venga scelto con tutta probabilità dal 37% degli acquirenti online, ovvero quasi 5 milioni di individui, 1 utente internet su 5. “Per avere un’idea del mercato di riferimento basti pensare che in Italia gli utenti internet attivi tra i 18 e i 64 anni si aggirano intorno ai 26 milioni –dichiara Giacomo Fusina, CEO di Human-Highway - Di questi, il 50,9% - 13,1 milioni di individui - ha fatto un acquisto online almeno 1 volta nella vita, il 34,2% - 8,8 Milioni di individui – ne ha fatto almeno uno negli ultimi 3 mesi mentre gli acquirenti detti “abituali” si attestano intorno al 20,2% con 5,2 Milioni”.
L'ACQUIRENTE ONLINE -  Secondo i dati della ricerca, l’acquirente online dimostra di essere inoltre un tipo particolarmente sicuro delle proprie scelte. Oltre il 70% di chi ha comprato negli ultimi 3 mesi sapeva già che il suo ultimo acquisto si sarebbe concluso su internet - nel 49,1% dei casi avendo ben chiari addirittura prodotto e marca e nel 13,6% con un orientamento chiaro su un panel di prodotti abbastanza simili – mentre meno del 10% preferiva il web ma non escludeva il canale tradizionale. Più del 9% preferiva il canale tradizionale senza escludere l’online e solo poco più del 2.4% era convinto di comprare offline. A una metà di acquirenti convinti sia sul lato canale che sul lato prodotto si aggiungono quindi un 20,3% di orientati verso canale e prodotto, un 10% di orientati sul canale ma non sul prodotto, un 9,2% di indecisi sul canale ma non sul prodotto, un 6,3% di “shopping victims” (che hanno acquistato un prodotto senza averlo cercato) e un 2,3% di indecisi sia sul canale che sul prodotto.
COSA SI COMPRA -  Dall’analisi effettuata sugli acquisti degli ultimi 3 mesi, i biglietti di viaggio risultano ancora i più gettonati (16,8%). Seguono capi di abbigliamento (12,4%), libri (9,2%), computer o periferiche (9,1%) e ricariche telefoniche (7,6%). Dal 6% in giù per soggiorni vacanze, accessori, cosmetici, telefonini, musica e dvd, software/Apps, biglietti per cinema/teatro/eventi. Fanalino di coda, infine, Stampe&Foto e Giocattoli (1.7%).
L'E-COMMERCE E' LA  NUOVA VETRINA - Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico: “In un contesto di crisi globale l’eCommerce non è più un’opportunità ma  diventa un obbligo per le imprese italiane che vogliano seriamente competere sui mercati internazionali.- La multicanalità non è più vista dalle imprese come un semplice mezzo per vendere di più mettendo in concorrenza i diversi canali ma come un sistema unitario utile per gestire al meglio la relazione con il cliente, mettendo a sua disposizione il maggior numero possibile di opzioni per accompagnarlo nel suo processo di acquisto, dalla ricerca dell'informazione fino al servizio postvendita”. “In Italia ci sono tantissimi acquirenti che controllano online la disponibilità di un articolo nei negozi fisici della propria città, prima di comprarlo. – aggiunge Roberto Liscia - Ecco, i commercianti si renderanno presto conto che fare proprio il commercio elettronico nei punti vendita non farà altro che incrementarne i fatturati. I clienti avranno pari opportunità di scelta sul web e poi potranno decidere in base alla convenienza e alla fiducia che ripongono nel marchio o nella persona”.





mercoledì 14 dicembre 2011

Ecommerce: alcune regole fondamentali per non sbagliare



Lavorando nel mondo dell’ecommerce, capita spesso di ricevere domande dai proprietari di siti ecommerce su come gestire un business online di successo. Molte domande sono piuttosto ricorrenti ed è incredibile come molti imprenditori compiano sempre gli stessi errori.

In realtà, la lista di questi errori può essere molto lunga. Ci sono molti fattori che determinano il successo o il fallimento di un negozio online. Dopo tutto, gestire un negozio di ecommerce non è così semplice come alcuni vogliono far credere.

Ecco quelli che considero essere i peggiori 14 errori del mondo dell’ecommerce:

1. Credere che aumentando il traffico aumenteranno le vendite. Se il tuo sito non è impostato nel giusto modo (che significa capire il target, identificare il profilo del cliente ideale…), non importa quanto traffico arriva sul sito: le vendite non aumenteranno.

Oltre tutto, se il target è sbagliato, anche se il sito è pronto a fare conversioni, le vendite non aumenteranno. “Più” non è sempre meglio.

2. Scarsa correlazione tra il Design del sito e il target di riferimento.

3. Non fare abbastanza Marketing o non farlo bene. Non è possibile generare vendite se nessuno conosce l’esistenza del sito. Il marketing è una materia difficile ma deve essere fatta correttamente per ottenere il massimo beneficio.

Molti imprenditori mi dicono che sono sul mercato da “x” mesi e ancora non hanno venduto nulla. Cosa c’è che non va? Ci potrebbero essere dozzine di cose non considerate, ma è assurdo sentirsi rispondere “No” quando si chiede “Stai facendo qualche attività di marketing?” A volte bisogna spendere dei soldi per fare soldi.

Se non hai intenzione di spendere soldi per pubblicizzare il sito, le possibilità di successo si riducono e non ci si può aspettare di vendere per magia.

4. Non testare il sito per scoprire quello che funziona. Effettuare test in continuazione è un fattore vitale per far crescere il tasso di conversione. Un’altra domanda che mi viene fatta è: “come fanno questi altri store ad avere tassi di conversioni così elevati?”

I fattori possono essere tanti. Uno dei fattori più comuni consiste nell’effettuare test in continuazione.

5. Non ottimizzzare le pagine dei prodotti per aumentare le conversioni. Le pagine del prodotto devono avere un singolo obiettivo con dei sotto-obiettivi che supportano l’obiettivo principale.

6. Scarsa usabilità del sito. Per usabilità si intende un sito sito che renda semplice l’interazione tra visitatore e sito. La regola è realizzare un sito con un percorso semplice, snello e ininterrotto che conduca il visitatore all’acquisto.

7. Mancanza di un piano marketing comprensibile. Questo è uno dei motivi principali che decretano il fallimento di molti ecommerce prima che partano. Senza un piano marketing sei come una nave in mare aperto senza una bussala.

Con gli strumenti giusti non ci vuole molto tempo ad impostare un piano di marketing completo. Il piano marketing è la guida che muove il tuo business. E’ fondamentale per sopravvivere e per fare successo.

8. Troppi ostacoli prima dell’acquisto. In realtà questo errore ricade in quello dell’usabilità

9. Servizio Clienti Scarso. Sei in grado di rispondere alle domande dei clienti prima che te le pongano? Conoscere quello che si aspettano i clienti e in quale momento migliorerà il tuo servizio clienti.

10. Preparare una cattiva base per il successo. Una buona pianificazione è il primo passo verso il successo del proprio ecommerce. Una pessima base conduce a pessimi risultati. Solide fondamenta garantiscono ottimi risultati.

11. Pessimo completamento degli ordini. Uno dei modi più veloci per perdere i clienti attuali è completare e spedire gli ordini in maniera grossolana.

12. Procedura di Checkout approssimativa. Non pensare che fornire un checkout ti farà vendere. Senza gl elementi giusti scoprirai che l’unica cosa che aumenta il tasso di abbandono è proprio il tuo carrello.

13. Non riuscire a concentrarsi e specializzarzi. Non si può essere tutto per tutti. Questa strategia non porta da nessuna parte.

14. Non riuscire a rassicurare il cliente al momento giusto e nel posto giusto. Qualche piccola modifica al tuo sito può fare la differenza.

Ricorda: questa è solo la punta dell’iceberg di una lunga lista di errori che allontanano gli ecommerce store dal successo.

 

lunedì 12 dicembre 2011

eBay App per Smartphone e Tablet Android



Novità per il popolare sito di aste online, il colosso eBay ha rilasciato un importante aggiornamento per la sua applicazione ufficiale su piattaforma Android. L’app, disponibile gratuitamente presso il Market, introduce un’inedita funzione per la vendita dei propri oggetti anche in mobilità.
 
Infatti, la piattaforma Android diventa la prima a supportare i venditori nella loro attività lavorativa o non per la vendita degli oggetti: dalla creazione alla pubblicazione delle aste.

Ovviamente è possibile pubblicare fino ad 8 fotografie e, per inserire comodamente le informazioni, ove è possibile si può sfruttare il lettore di codici a barre o QR integrato per reperire schede tecniche e quant’altro dalla rete.

eBay Mobile App per Android, come si può vedere dall’immagine in apertura di articolo, consente di vendere già a partire dalla schermata iniziale e supporta anche la funzionalità Vendi un oggetto simile, disponibile sul sito Web. 

Possibilità di programmare l’inizio dell’asta e tante altre possibilità per un applicazione leader nel mobile e-commerce.





Good Shopping!

Il QR Code Marketing Mobile



Un Codice QR (in inglese QR Code)è un codice a barre bidimensionale (o codice 2D), ossia a matrice, composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata.

Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici o 4.296 alfanumerici.

In Europa e negli Stati Uniti la diffusione dei codici QR è stata lenta, ma dalla fine degli anni 2000, favorita anche dallo sviluppo del mercato degli smartphone, la tecnologia ha acquistato maggiore notorietà, anche in Italia.

Accanto alla definizione QR Code prende piede una definizione più esplicita: mobtag. Sono infatti molte le applicazioni gratuite di lettura dei QR distribuite sia dall'Android Market, che da App Store o da altri siti web. Inoltre diversi siti, tra cui l'open source ZXing Project, offrono l'opportunità di generare i codici gratuitamente.

Il Codice QR non è quindi l'ultima scoperta per quel che riguarda il marketing mobile.  L’aumento dei cellulari di ultima generazione e degli smartphone ha permesso di diffondere, anche nel nostro paese, l’utilizzo del QR (=Quick Response, ovvero Risposta veloce).


Il video che sintetizza bene l’origine e lo sviluppo del codice QR.




 I recenti sviluppi nell’ambito delle ricerche di mercato:




Lovendoperte Alessandria vi augura un Buon Business.

domenica 11 dicembre 2011

Amazon ti da 5 dollari se usi la sua app



Non è uno scherzo. Tutto quello che dovete fare è entrare in un negozio, tirate fuori il vostro smartphone e utilizzare l' Amazon Price Check App per raccogliere dati sui prezzi degli oggetti in negozio. In cambio, l'azienda vi offrirà uno sconto del cinque per cento (o fino a $ 5) su elettronica, giocattoli, musica, altri prodotti, anche se potrete utilizzarlo solo per un massimo di tre volte. La campagna rappresenta l'ultimo tentativo di Amazon a insinuarsi nel settore della tecnologia di scansione per i codici a barre, e sembra un modo abbastanza intelligente per rafforzare la propria presenza con il mobile.




Groupon: sconti e offerte, il futuro a rischio



Cresce il mercato dei Daily Deals, le offerte giorno, entrano in campo nuovi competitori, si discute sulle prospettive dei grandi siti di offerte come Groupon, e si scopre che il modello potrebbe essere a rischio di rottura se i commercianti vendono e non guadagnano.
Il modello non può durare se guadagnano i consumatori, guadagnano i siti che gestiscono le offerte ed i commercianti sono in perdita. Questo modello di business cresce e si sviluppa se le entrate del sito sono collegate al profitto dei partner commerciali.
Questi concetti sono bene espressi nel post Daily Deals Will Die if They Keep Bleeding Merchants Dry, pubblicato da e-Commerce Times che è la base di questo articolo.

Marketing territoriale, negozi offline e promozioni online.

Le offerte e gli sconti sono sempre esistiti, la novità sta nel fatto che Groupon ed i siti simili amplificano l’esperienza dello sconto portandolo ad un pubblico molto più vasto e connesso. Negozi, ristoranti, centri benessere, hotel hanno scoperto un modo diverso di promuovere l’attività, salvo poi chiedersi se i risultati ottenuti siano congruenti con i loro obiettivi a lungo termine. Inoltre il marketing territoriale, la miscela tra offline ed online,  non può essere basata solo sul prezzo ridottissimo.

Dove sono i problemi.

Se la tua azienda vuole realizzare un profitto nel corso di una promozione ha queste due possibilità:
  1. Il netto che rimane al commerciante, scontato il prodotto e pagate le commissioni al sito di vendita, non è sotto il costo del prodotto. E qui è responsabilità del commerciante quando costruisce la sua offerta.
  2. I clienti che acquistano ad un prezzo molto scontato, tornano per comperare un altro bene o servizio, pagandolo a prezzo pieno.
Su questo specifico punto va detto che i dati sono molto discordanti.
  • e-Commerce Times cita uno studio del professor  Utpal M. Dholakia della Rice University.
    Secondo questo studio solo l’8 per cento dei possessori di  coupon arriva al commerciante per la prima volta attraverso la promozione, e solo il 20 per cento di questa frazione diventa cliente abituale. Se poi si tiene presente il fatto che  i siti di offerte vengono pagati in base ai coupon venduti, il basso numero delle conversioni da cliente occasionale a cliente fedele è un bel problema se si punta su questo specifico aspetto.
  • Social Commerce Today, invece, afferma che il 60% dei clienti dei deals comperano le offerte da aziende che già conosce e frequenta, il 61% degli acquirenti non usa proprio il deal e lo lascia scadere, e ben l’82% dei clienti è tornato almeno una volta nel negozio dove ha trovato l’offerta.
E’ evidente che questi dati danno adito a diverse supposizioni.

Alcune possibili soluzioni.

I commercianti devono beneficiare delle offerte e produrre risultati positivi, se si vuole che questo modello di business rimanga attivo. I buoni affari devono farli tutti i protagonisti dell’offerta, clienti, siti, commercianti.
Se l’offerta rimane concentrata solo sul prezzo e se non c’è utile per il commerciante, a lungo andare è un danno per consumatori e siti di vendita.
Spostare gli obiettivi sulla soddisfazione del consumatore ed il successo del commerciante, permette ai consumatori di trovare offerte soddisfacenti per prezzo e varietà.
Con tutta probabilità, l’integrazione tra negozi ed offerte online deve andare al di là della sola gestione dell’offerta scontata. I commercianti dovrebbero imparare a trattare un maggior numero di dati. I voucher venduti, gli acquisti fatti in negozio da un possessore di voucher, la ripetizione di un acquisto controllata dalla tracciatura dei pagamenti con carta credito. Tutti dati importanti per calcolare utili o perdite intorno alla promozione e per capire se queste offerte aggiungono valore al business.
Fino ad oggi si è compiuto solo un passo nella giusta direzione per il marketing territoriale: raggiungere i clienti là dove sono e dove passano buona parte del tempo. Lo spazio per migliorare è ancora molto grande, sia per i commercianti che per i siti di offerte online.



eBay: domanda ed offerta del mercato



Impiantare un’attività di vendita, un ecommerce di successo su eBay, non è facile come sembra a prima vista. Se il tuo obiettivo è vendere le quattro cose che non usi più, se sei un privato che vuole vendere a privati per tirar qualche soldo extra e pagarti il nuovo telefono, non hai bisogno di alcun consiglio. Metti in vendita quello che hai, prendi quello che prendi, perché va bene tutto.
Ma se stai pensando di creare una nuova attività, se questa attività deve produrre un reddito, creare occupazione, stai bene attento a quello che fai, a quello che compri e a come lo vendi.

Primo obiettivo: non si deve lavorare in perdita.

E’ vero che quasi ogni cosa si vende su eBay, ma è anche vero che quasi ogni cosa si vende al di sotto del prezzo del dettaglio corrente. Questo succede per la natura di mercato ideale che ha eBay: ideale nel senso che domanda ed offerta si confrontano senza intermediazione alcuna. Ogni consumatore può contattare tutti i venditori di un singolo prodotto senza alcuna barriera per verificare il prezzo. La distanza tra i venditori è solo UN CLIC uno dall’altro.
Per i prodotti che non sono né rari né fuori produzione questo ha l’effetto di trascinare il prezzo di vendita verso il basso. Allo stesso tempo, la velocità con cui i prodotti possono entrare ed uscire da eBay, porta al fatto che il mercato varia improvvisamente non appena si sposta la domanda del consumatore. E se questa domanda è guidata dal gusto e dalla moda, non vorrei trovarmi nei panni di un venditore con un grande stock di merci in magazzino.
E’ quindi fondamentale capire come si comporta la domanda per i diversi tipi di oggetti in vendita su eBay per prendere delle decisioni di business prima di acquistare merci per la propria attività.

I principali tipi di merce in vendita su eBay.
Possiamo distinguere quattro grandi tipi di merci, a fondamento delle imprese che lavorano su eBay:

  1. Prodotti che hanno un ciclo di vita breve e limitato.
  2. Merci generali
  3. Articoli stagionali
  4. Prodotti da collezione o da investimento.

1 – Prodotti con un ciclo di vita breve o limitato.

Ad esempio telefonia cellulare, tablets, alcuni tipi di abbigliamento, articoli di merchandising legati a film, show, artisti, ecc.

Come funziona la domanda.

  • La domanda assoluta è bassa nelle prime fasi di vita del prodotto, ma a causa di un rifornimento difficile, poco prima e al momento del lancio del prodotto, anche una domanda limitata agli early adopters  può trainare i prezzi verso l’alto.
  • In seguito la domanda aumenta, ed anche l’offerta cresce molto rapidamente non appena il mercato scopre che questa è una finestra di opportunità. Ma a questo punto il prezzo è gradualmente tirato verso il basso.
  • A fine ciclo di vita del prodotto la domanda cade proprio quando il prodotto raggiunge il massimo dell’offerta e questo provoca una discesa repentina dei prezzi. Repentina nell’ordine di uno o due settimane o pochi giorni, non certo mesi…

Evitare le insidie e capire il mercato.

Questi sono beni che vivono in un mondo fatto di cicli. La nuova consolle di giochi ha un ciclo che dura fino al prossimo aggiornamento, oppure fino alla novità presentata dalla concorrenza. Il capo di moda, le scarpe di marca vivono lo stesso ciclo: intenso e breve. La chiave per vendere in questo mercato è il tempo. In un negozio tradizionale esiste lo stesso problema, ma online è amplificato perché il mercato non è il mercato che si trova in una isocrona di 30 minuti di viaggio, ma a distanza di un solo clic. E quando si decide di svalorizzare il prodotto non hai un vantaggio competitivo con la concorrenza, perché l’abbassamento di prezzo è repentino ed identico in tutto il mondo.
Sei in grado di competere in questo particolare settore?  Se hai dei dubbi: non farlo!

Vendere all’inizio del ciclo.

All’inizio del ciclo potresti pagare al fornitore un singolo pezzo del prodotto anche più caro, perché la richiesta degli early adopters crea una finestra di opportunità che, prima che sia disponibile per la massa, ti permette di avere un’ alta marginalità. Purtroppo questo momento magico dura pochissimo tempo…

Vendere nel ciclo.

Se non hai la possibilità di rifornirti della merce giusta prima del lancio del prodotto, devi competere con tuttigli altri venditori dentro il ciclo. In questo caso operi come in un tradizionale negozio, se riesci a spuntare buoni prezzi, sconti sul volume e buoni pagamento. Antenne sempre ben deste: non farti travolgere dalla smania dell’acquisto e cerca di non rimanere con la coda sotto la porta: avere  il magazzino pieno quando è il momento della liquidazione.

Vendere alla fine del ciclo.

Qui si vendono le doti del miglior commerciante. La fine del ciclo è il momento più difficile, più rischioso in cui serve tempistica e temperamento. Il tuo obiettivo può essere quello di anticipare gli avvenimenti ed essere in grado di acquistare ad un prezzo eccezionale. Devi avere il sangue freddo necessario: capisci veramente quello che succede sul mercato? In questo caso potresti davvero acquistare a prezzo di liquidazione e vendere vicino al prezzo del dettaglio. E’ come comprare azioni al ribasso e allo scoperto. In questa parte del ciclo la domanda non cresce, non è ancora cominciata la discesa, ma quando partirà la tua offerta di liquidazione, cadrà inesorabilmente. Se hai comprato troppo tardi, a prezzo troppo alto, o troppi pezzi, rischi la perdita secca perché al lancio del nuovo prodotto (o al cambio di stagione se si tratta di moda) queste azioni di vendita perdono tutto il loro valore ed interesse.

2 – Merci generali.

Ad esempio pile e batterie consumabili, tutti i consumabili da ufficio, ferramenta, ecc.

Come funziona la domanda.

  • Anche qui il prodotto vive dei cicli, ma sono molto più lunghi. La domanda e la caduta della domanda non sono mai rapidi, qui ragioniamo in termini di molti mesi ed anche anni.
  • Più concorrenti ci sono più difficile è vendere il prodotto.
  • I prodotti usati e ricondizionati sono una componente importante di questo settore. Con più cicli possibili per singolo prodotto, il consumatore cerca il prezzo.

Evitare le insidie e capire il mercato.

Di tutti i tipi di prodotto che si possono vendere su eBay questo è il settore che più si comporta come un settore tradizionale. Qui conta il servizio al cliente, il duro lavoro, le pratiche commerciali tradizionali.
Qui si possono raccontare molte storie di successo, ma non dimenticare che per ogni storia di successo ce ne sono decine finite male. La ricchezza istantanea è più un miraggio che una realtà.
Se sei un buon imprenditore, se ti comporti onestamente con i clienti e soprattutto se sei paziente, potrai crescere e prosperare: passo passo e lentamente.

Stai lontano dalla fretta. E’ importante ripeterlo: non avere fretta.

Succede spesso che un venditore che ha trovato una nicchia profittevole è attratto dalla apparente natura senza limiti e vincoli dello spazio di vendita. Il venditore innesca quindi troppe azioni e trascina il prezzo verso il basso.
Ad esempio un venditore che vende bene con 50 inserzioni al mese,  irragionevolmente pensa che con 2000  farà meglio. Non si accorge che fa concorrenza a se stesso e lavora per abbassare il prezzo ed il suo margine.

Diversificare.

Devi sapere che un concorrente può sorgere in ogni momento e nessun venditore su eBay ha modo di accaparrarsi un solido terreno ed una nicchia precisa di mercato. Se vendi bene un qualsiasi prodotto, il tuo successo sarà la molla per il tentativo di qualcun altro. Devi rimanere agile, attento e flessibile.

3 – Articoli stagionali.

Decorazioni natalizie, prodotti di ricorrenza, prodotti per il tempo libero, ecc.

Come funziona la domanda.

  • Sia la domanda che l’offerta di questi prodotti raggiungono il picco prima della stagione in questione. E’ evidente che, considerando i tempi di consegna, il top delle vendite di Natale si raggiunge prima del tradizionale negozio.
  • La domanda quindi tende a declinare in anticipo quando la stagione è in pieno ed i prezzi di vendita tendono a scendere gradualmente.
  • Le liquidazioni che si fanno nei periodi immediatamente successivi alla stagione, raramente trovano un gran interesse. E’ difficile che il consumatore pensi ad un buon affare in vista del ritorno della stagione.

Evitare le insidie e capire il mercato.

Sapere che i bikini si vendono poco ad ottobre è abbastanza ovvio. Qui bisogna fare attenzioni ai cicli di rifornimento, alle condizioni di vendita e di consegna dei produttori, comperando in anticipo le merci che mantengono valore attraverso cicli annuali, sapendo anche che il momento migliore per comprare è opposto al ciclo, quando i prezzi dei fornitori sono a livello di liquidazione.

Tempistiche delle merci stagionali.

Anche qui esiste una curva della domanda, ma non c’è nessun beneficio per gli early adopters.
Se il valore del tuo catalogo è la qualità del prodotto, il momento migliore per colpire il mercato è appena prima che la sovrabbondanza di merci faccia cadere il mercato.
Se il valore del tuo catalogo è il prezzo, il momento migliore per colpire il mercato è durante il boom della stagione.
Anche in questa situazione occorre saperci fare e non improvvisarsi venditori.

4 – Prodotti da collezione o da investimento.

Libri antichi, mobili da collezione, orologi commemorativi ed orologi in genere, gioiellerie, raccolte, figurine, fumetti, ecc.

Come funziona la domanda.

  • La domanda in questo settore dipende da due cose: l’offerta limitata e la valutazione degli esperti che è molto aleatoria e ricca di sfumature.
  • Attenzione ai fenomeni improvvisi e non valutabili: un concorrente che lascia e svende tutto, l’arrivo inaspettato di un nuova collezione. Questi eventi fanno abbassare temporaneamente alcuni valori.
  • La domanda funziona anche in base ad altri due importanti elementi. Il primo è la scarsità e la desiderabilità di alcuni prodotti che si costruisce lungo molti anni. L’altro elemento è la “moda”, l’arrivo improvviso di una nuova idea, solitamente lanciata dai media o da “esperti” che hanno magari anche interesse nel prodotto.

Evitare le insidie e capire il mercato.

L’approvvigionamento in questo mercato è frutto di competenza, studio, passione, informazioni privilegiate e rapporti che si costruiscono nel tempo e con pazienza.  In generale questi sono mercati in cui è difficile entrare se non si conosce a sufficienza il settore e non si ha una grande passione.
Sono anche mercati molto lenti, con uno spazio limitato per i venditori e che funzionano molto bene su eBay e non è certo sicuro che l’apertura di un proprio spazio di vendita abbia lo stesso successo.

Solo prodotti per esperti ?

Su questo mercato contano molti valori ed una solida esperienza di base del prodotto.
  • Larghezza ed ampiezza  del catalogo.
  • Dedizione assoluta alla qualità e all’assistenza del cliente.
  • Buona conoscenza del prodotto per farsi riconoscere come esperto ed autorità del settore.
  • Sufficiente conoscenza del mercato per separare le mode dai prodotti di lunga durata e di alto valore (vale per esempio per il mercato degli orologi)
Questo è un mercato difficile e duro, dove il rischio è naturalmente connesso al proprio livello di competenza. Se sei un venditore esperto ed un player importante riduci notevolmente il rischio.

La scelta è solo tua.

Qualunque cosa scegli, ragiona attentamente sui mercati ed il loro funzionamento. Fai una scelta oculata e tieni presente gli ultimi due consigli: tratta bene i clienti e non aver paura di cambiare se vedi che non funziona.